La nostra Storia
La nostra famiglia entrò in possesso della farmacia di Via Amaretti a Poirino (TO) nel 1911, quando il Dott. Ludovico Simone, originario di Garlenda (SV), acquistò locali e licenza dal Dott. Garigliano.
Nel 1956, la farmacia passò al Dott. Bruno Basso, genero del Dott. Simone, e, nel 1985, subentrò il figlio, Dott. Gian Antonio Basso, attuale titolare.
Il Dott. Gian Antonio Basso gestisce, da sempre, la farmacia insieme a sua moglie, la Dott.ssa Raffaella Dal Martello; da alcuni anni, sono, inoltre, affiancati dal figlio Daniele.
Lo staff della farmacia è inoltre composto da validi e preparati collaboratori: Dott.ssa Giorgia Ghignone, Dott. Alessandro Marino, Lucia Fortunati, Loredana Ghignone.
Tra le differenti scienze, l’arte farmaceutica occupa un posto del tutto particolare, caratterizzandosi per il fatto che non conosce i confini, sia pure vasti, di una sola materia, ma da molte trae spunto, rappresentando, quindi, una sintesi della medicina, della chimica, della botanica e della fisica.
L’arte farmaceutica vanta una tradizione millenaria, che trova origine nell’XI secolo, quando, con la riscoperta della cultura classica e della medicina ippocratica, nacque, nei Comuni medioevali, la figura dello “speziaro” o “speziale” , un professionista, che, poco a poco, si differenziò dal medico e si specializzò nella produzione e vendita di farmaci.
Nel corso dei secoli, vennero elaborate, da parte delle organizzazioni collegiali o corporative, numerose sagge disposizioni per la regolamentazione della scienza farmaceutica, che diedero origine alle leggi sanitarie che ancora oggi disciplinano l’esercizio farmaceutico. In particolare, in Italia, erede della cultura greco-latina e crocevia con l’Oriente, la farmacia crebbe e fiorì mirabilmente tanto da poter considerare la “farmacia istituzionale”, realtà tipicamente italiana, un modello per tutto il mondo.
Nella storia di questa scienza, un momento fondamentale dell’evoluzione che ha portato alla farmacia moderna, almeno per il Piemonte, è il 14 aprile 1696. Infatti, in quella data il duca Vittorio Amedeo II di Savoia, celebre per essere riuscito ad ottenere il titolo regio (divenne, prima, re di Sicilia e, dal 1718, re di Sardegna), emanò l’ “Editto di S.A.R., col quale stabilisce nelle città e terre al di qua dai monti e colli un numero fisso di piazze da speziale ereditarie ed alienabili da acquistarsi mediante pagamento e prescrive alcune regole per l’esercizio della professione da speziale, e d’altri commercii dipendenti dal Protomedicato”.
In questo editto, il lungimirante sovrano, rendendosi conto che le farmacie rappresentano un insostituibile presidio per la salute pubblica, poiché sono in grado di assicurare capillarmente su tutto il territorio, non solo la distribuzione dei farmaci, ma anche una prima assistenza medica, adottò un sistema per distribuire in maniera omogenea le farmacie, molto simile a quello che, tuttora, viene utilizzato; egli divise il territorio in 434 “Piazze di farmacia”, mettendo in vendita le relative licenze, chiamate all’epoca “patenti di Piazza”, che conferivano al proprietario il diritto/dovere di aprire una farmacia nel territorio a lui assegnato.
Giunse, allora, anche per Poirino, la possibilità di avere una propria farmacia.
Il 31 gennaio 1700, infatti, Anna d’Orleans, “Duchessa di Savoia, Principessa di Piemonte, Regina di Cipro”, concesse a Giovanni Antonio Alfazio “la Piazza di Speciaro medicinale perpetua stabilita nel luogo di Poyrino Provincia di Chieri”; venne così aperta la prima farmacia in Poirino che, tramandatasi di farmacista in farmacista, troviamo, ancora oggi, al numero 4 di Via Amaretti.